Il complesso edilizio, che pare abbia ripercorso il vecchio tracciato arabo, fruisce di una copertura con orditura di legno e manto di tegole in coppi siciliani. La struttura è solida e in buono stato conservativo, ma le rifiniture e gli impianti sono inesistenti.
L’ampio locale della loggia, di fronte all’ampia balata, dove sono ubicati gli scieri, è coperto da un tetto in travi di legno sostenuto da pilastri; sul prospetto principale si aprono due grandi portoni. La pavimentatura è in basóle di calcare bianco.
Da questo ambiente si accede ad un cortile interno (circa 247 mq.), sul quale convergono sul lato est quattro vani.
Nella grande piazza, dove era agevole asciugare la grande rete, sorge la chiesa esterna al gruppo edilizio della tonnara, dedicata a San Francesco di Paola, patrono dei pescatori, con abside, altare centrale e due laterali di statue della Madonna di Pompei, di Sant’Antonio da Padova, di San Francesco di Paola e alcune tele che rappresentavano San Simone e le anime del Purgatorio23.
GLI UOMINI DELLA TONNARA
Una pesca sociale
La ciurma di mare della tonnara di Marzamemi era una nutrita squadra di quaranta uomini bene addestrati, a cui si aggiungevano due rais, due vicerais, mentre in camperia lavoravano un custode e sei terrazzani, tra i quali il “banditore” con il compito di svegliare tutte le mattine la ciurma con precisione cronometrica… senza orologio.
Le migliori mattanze s’istruivano quando spirava il vento greco e quando c’era bonaccia di corrente, ma se spirava vento di ponente diffìcilmente la pesca era ricca. Sul frontespizio della cassaforte nell’ufficio dell’amministrazione un cartoncino recava scritto.
“Gricali porta tunni ne tunnari luna impunenti pisca abbunnanti quannu lu ventu è di grecu livanti, ma se lu vientu e di punenti stuiti lu mussu ca nupischi nenti”